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LE RADICI E LE ALI

..conservando la memoria delle lotte e delle resistenze contro le ingiustizie... alzandoci in volo per conquistare il cielo.....

venerdì 20 giugno 2008

LEGGE SALVA -PREMIER : INCOSTITUZIONALE.

Nel c.d. “Decreto-Sicurezza” -ovvero le nostre paure, tensioni e derive razziste tradotte in strumento legislativo- è stata inserita una norma che bloccherebbe i processi in corso. Compreso quello che tra breve vedrà come imputato l’attuale Presidente del Consiglio. Ma esclusi quelli che riguardano reati “connessi” a fatti di terrorismo, mafia, pedofilia.
Al di là della ratio del provvedimento , a me molto oscura in quanto i reati “connessi a…” sarebbero probabilmente non circoscrivibili : esercizio che lascio alle indubbie conoscenze giurisprudenziali del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Mio concittadino e come tale degno della massima credibilità e attenzione …( si fa per dire…).
Nel merito del provvedimento, credo che il Presidente della Repubblica debba fermarlo in tutti i modi , cioè esercitando tutte le prerogative di merito e procedurali che la Costituzione gli assegna.
Vorrei sottolinearne i motivi.
Il primo profilo di incostituzionalità è procedurale. Il decreto legge originale riguardava esplicitamente disposizioni su materie estranee- illegalità diffusa collegata all’immigrazione illegale anzitutto- alle novità introdotte successivamente. La Corte Costituzionale ha più volte affermato che eventuali emendamenti a una legge di conversione di un decreto devono essere omogenei rispetto al titolo del decreto stesso .
Ciò per rispetto del principio di coerenza con la straordinarietà e urgenza del singolo Decreto Legge.
Vi sono altresì violazioni sostanziali dell’ Art. 3 della Costituzione, il principio di uguaglianza.
La differenziazione normativa per i processi in corso potrebbero essere ritenute legittime soltanto se ispirate a razionalità e ragionevolezza. E’ evidente che qualsiasi persona dotata di buon senso non possa ritenere credibile che in un anno di sospensione dei processi , Governo e Parlamento apprestino riforme strutturali utili affinché si accelerino effettivamente i processi penali in corso . Questo è quello che si legge in una lettera che Berlusconi Silvio ha inviato al Presidente del Senato.
E’ irrazionale, inoltre, che l’esclusione dal provvedimento di sospensione riguardi reati considerati “più gravi” , quando nel vocio confuso sull’ “emergenza criminalità” si pone l’accento sulla “microcriminalità” , sull’aumento esponenziale – non suffragato da alcuna statistica ndr.- di fattispecie di reato, furti, rapine, stupri, che beneficerebbero della sospensione.
Resta inoltre da spiegare perché tra i reati “più gravi” non sono stati inclusi la “corruzione di pubblico ufficiale” e la “corruzione in atti giudiziari” . Reati gravissimi in uno Stato di diritto poiché minano l’uguaglianza di fronte alla legge.
Ancora, occorre sollevare l’incostituzionalità del decreto “Sospendi-processi” in riferimento all’ Art.112 della Costituzione , l’obbligatorietà dell’azione penale.
La Corte Costituzionale ha più volte sottolineato in diverse sue sentenze che quell’articolo rappresenta il fulcro del complesso dei principi basilari del sistema costituzionale. Il suo venir meno minerebbe irrimediabilmente il principio di equità e di eguaglianza.
In questo senso, l’obbligatorietà non va e non può’ essere intesa soltanto nella fase di avvio dell’inchiesta, ma riguarda l’intero procedimento penale.
Quindi, nessun provvedimento legislativo può vincolare il percorso della giustizia penale. Si può depenalizzare una fattispecie, ma finché essa è reato l’obbligatorietà vale per tutti , gravi o meno gravi che siano.
Di fronte a questi evidenti limiti di legittimità costituzionale, il Presidente della Repubblica è obbligato dal suo ruolo e dalla prassi consolidata a rinviare alle Camere la legge di conversione di un provvedimento che assomiglia tantissimo a un’operazione per prendere tempo rispetto a una sentenza in arrivo che riguarda proprio il Presidente del Consiglio.
Un’ultima notazione finale sull’intenzione dello stesso di riproporre l’immunità per le prime cinque cariche dello Stato .
Qui il discorso è disarmante nella sua semplicità e nei fini che vuole perseguire. Non a caso è denominato “Lodo-Schifani”, altra personalità dello Stato con frequentazioni non proprio cristalline e moralmente ineccepibili…..
Gli eventuali reati commessi dalle alte cariche dello Stato, rientranti nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali, hanno già una disciplina particolare con delle garanzie particolari.
Se si tratta, al contrario, di reati eventualmente commessi in relazioni ad atti comuni, allora un Ministro, un Presidente, sono dei semplici e comuni cittadini e come tali ne rispondono davanti all’ Autorità Giudiziaria.
E’ un principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge assoluto e immodificabile.

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