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LE RADICI E LE ALI

..conservando la memoria delle lotte e delle resistenze contro le ingiustizie... alzandoci in volo per conquistare il cielo.....

martedì 17 novembre 2009

Italia. Incombe la privatizzazione dell'acqua pubblica, cresce la resistenza sociale


Oggi è sbarcato nell’aula della Camera il decreto legge che contiene all’articolo 15 la privatizzazione della gestione dell’acqua
In poche parole, il servizio idrico potrà essere affidato a un privato tramite gara pubblica o in via straordinaria senza gara ma col parere dell’Antitrust. Un provvedimento che esaspera la privatizzazione già avviata negli anni Novanta con la legge Galli e mette fine alla municipalizzazione degli acquedotti. Una manna dal cielo per chi fa affari con l’acqua, come le lobby dell’oro blu che contano nelle loro fila ex municipalizzate come l’utility romana Acea, la ligure-piemontese Iride e l’emiliana Hera fino a multinazionali come Veolia e Suez. Un mondo che solo in Italia conta 252 imprese idriche per un fatturato totale che supera i 2,5 miliardi di euro.
La guerra per difendere l’acqua potabile pubblica va avanti, assicura il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. «Stiamo raccogliendo con successo - fa sapere il segretario del Forum, Paolo Carsetti - le firme affinché venga presentata presso ogni comune una delibera per affermare che l’acqua è un diritto umano e il servizio idrico non è un servizio pubblico di rilevanza economica. L’obiettivo è arrivare a una legge che affida l’acqua all’ente locale che la gestisce non in forma di Spa ma di ente di diritto pubblico, quindi senza dover sottostare alla legge degli utili». Il Forum ha in cantiere anche una manifestazione nazionale il 20 marzo in corrispondenza delle elezioni regionali e della giornata mondiale dell’acqua indetta il 22 marzo dall’Onu.
Anche l’associazione Cittadinanzattiva punta il dito contro la gestione dei privati e denuncia i forti rincari: +5,4% solo nel 2008. Mentre secondo Unioncamere tra il 1997 e il 2006 le tariffe sono schizzate del 61,4%. E saliranno del 26% nel 2020. «La situazione più drammatica è al Sud - avverte Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva - dove si investe di meno e le reti sono colabrodo. Basti pensare che a fronte di una spesa media per famiglia di 253 euro all’anno, ad Agrigento se ne pagano 445 euro». E ad Aprilia, dove tra i privati c’è Veolia, denuncia il segretario del Forum «le tariffe dal 2005 sono aumentate fino al 300%».

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