span.fullpost {display:inline;}

LE RADICI E LE ALI

..conservando la memoria delle lotte e delle resistenze contro le ingiustizie... alzandoci in volo per conquistare il cielo.....

venerdì 18 luglio 2008

Buio ai margini dell'anima

I suoi passi risuonavano nel silenzio. Era una notte fredda e buia come tante in quell’inverno che sembrava non finisse mai.
Camminava piano in quel marciapiede avvolto dalla semi-oscurità di quella strada illuminata da pochi lampioni e attraversata da qualche auto e qualche sbandato come lui. A terra sembrava che qualcuno avesse voluto dare una ripulita ma era soltanto il vento, che a raffiche e improvviso si alzava, e l’umidità , che sembrava avvolgere ogni cosa.
I suoi passi risuonavano con troppo, tanta nettezza : i tacchi consumati di quei ridicoli stivaletti “rockers” che ostinatamente non destinava alla pattumiera. Così come i suoi “Levis” consunti e lisi, forse incapaci di scaldarlo in quella notte ma con appiccicati addosso tanti, troppi ricordi per gettarli via.
Si strinse nel giubbotto : un modello di pelle ormai fuori moda da tempo. Ma tanto, troppo in lui era …fuori moda. Insomma lui era tanto, troppo..ogni cosa, ogni cosa sbagliata, fuori posto, inutile, illegibile. Avrebbe detto incompresa, ma era troppo orgoglioso della sua vita per svelare un cedimento. Anche piccolo o parziale.
Sorrise pensandosi e riflettendo su se stesso e bevve un altro sorso di rhum . Un piccolo sorso. Gli piaceva troppo quel sapore per ubriacarsi e rinunciare al senso che va via per primo quando l’alcool prende possesso del tuo corpo.
Se avesse fumato si sarebbe acceso una sigaretta.
Se ci fosse stata una colonna sonora avrebbe chiesto la voce di Tom Waits e il sax di Terence Blanchard.
Ma quello non era un film e lui non era un attore.
Sentiva freddo : freddo nell’anima, freddo dentro. Sentiva il ghiaccio attraversarlo. E non era quella notte fredda a proiettargli addosso la sua livida ombra. Erano altre notti, più normali di quella , ma forse ancora più fredde.
Livida ombra…come quella li’.
Vide un’ombra in fondo alla strada, appena proiettata da uno dei rari lampioni. Un’ ombra quasi indistinta, una sagoma imprecisa, leggera si sarebbe detto. Se un’ombra potesse pesarsi.
Un barbone pensò. Qualcuno che sta anche peggio. C’è sempre qualcuno che sta peggio dii qualche altro.
SI avvicinò, non era un barbone.
Era una donna. Capelli lunghi e vaporosi, accarezzati dal vento. I tratti del viso tipici di una donna “matura” molto curata. Vestita benissimo, tacchi a spillo e cappotto, una sciarpetta di seta preziosa.
Erano troppo vicini. E non capirono perché. Si sfiorarono dolcemente le mani e fecero l’amore lì , in piedi.
Potevano essere visti da chiunque, ma che importava ?
Adesso non sentiva piu’ quel freddo che sembrava attraversagli le ossa .
Un’onda dolce di calore lo riportò alla vita : l’odore di quella donna gli ridette la forza delle sue emozioni che sembravano sopite da tempo. Sentiva dentro una forza misteriosa scacciare i fantasmi e gli incubi di tante notti fredde come quella.
Ma tutto finisce.
E riprese il cammino ai margini bui di quella città , fredda e solitaria. Come la sua animaI suoi passi risuonavano nel silenzio. Era una notte fredda e buia come tante in quell’inverno che sembrava non finisse mai.
Camminava piano in quel marciapiede avvolto dalla semi-oscurità di quella strada illuminata da pochi lampioni e attraversata da qualche auto e qualche sbandato come lui. A terra sembrava che qualcuno avesse voluto dare una ripulita ma era soltanto il vento, che a raffiche e improvviso si alzava, e l’umidità , che sembrava avvolgere ogni cosa.
I suoi passi risuonavano con troppo, tanta nettezza : i tacchi consumati di quei ridicoli stivaletti “rockers” che ostinatamente non destinava alla pattumiera. Così come i suoi “Levis” consunti e lisi, forse incapaci di scaldarlo in quella notte ma con appiccicati addosso tanti, troppi ricordi per gettarli via.
Si strinse nel giubbotto : un modello di pelle ormai fuori moda da tempo. Ma tanto, troppo in lui era …fuori moda. Insomma lui era tanto, troppo..ogni cosa, ogni cosa sbagliata, fuori posto, inutile, illegibile. Avrebbe detto incompresa, ma era troppo orgoglioso della sua vita per svelare un cedimento. Anche piccolo o parziale.
Sorrise pensandosi e riflettendo su se stesso e bevve un altro sorso di rhum . Un piccolo sorso. Gli piaceva troppo quel sapore per ubriacarsi e rinunciare al senso che va via per primo quando l’alcool prende possesso del tuo corpo.
Se avesse fumato si sarebbe acceso una sigaretta.
Se ci fosse stata una colonna sonora avrebbe chiesto la voce di Tom Waits e il sax di Terence Blanchard.
Ma quello non era un film e lui non era un attore.
Sentiva freddo : freddo nell’anima, freddo dentro. Sentiva il ghiaccio attraversarlo. E non era quella notte fredda a proiettargli addosso la sua livida ombra. Erano altre notti, più normali di quella , ma forse ancora più fredde.
Livida ombra…come quella li’.
Vide un’ombra in fondo alla strada, appena proiettata da uno dei rari lampioni. Un’ ombra quasi indistinta, una sagoma imprecisa, leggera si sarebbe detto. Se un’ombra potesse pesarsi.
Un barbone pensò. Qualcuno che sta anche peggio. C’è sempre qualcuno che sta peggio dii qualche altro.
SI avvicinò, non era un barbone.
Era una donna. Capelli lunghi e vaporosi, accarezzati dal vento. I tratti del viso tipici di una donna “matura” molto curata. Vestita benissimo, tacchi a spillo e cappotto, una sciarpetta di seta preziosa.
Erano troppo vicini. E non capirono perché. Si sfiorarono dolcemente le mani e fecero l’amore lì , in piedi.
Potevano essere visti da chiunque, ma che importava ?
Adesso non sentiva piu’ quel freddo che sembrava attraversagli le ossa .
Un’onda dolce di calore lo riportò alla vita : l’odore di quella donna gli ridette la forza delle sue emozioni che sembravano sopite da tempo. Sentiva dentro una forza misteriosa scacciare i fantasmi e gli incubi di tante notti fredde come quella.
Ma tutto finisce.
E riprese il cammino ai margini bui di quella città , fredda e solitaria. Come la sua anima.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page