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LE RADICI E LE ALI

..conservando la memoria delle lotte e delle resistenze contro le ingiustizie... alzandoci in volo per conquistare il cielo.....

martedì 25 agosto 2009

La carità di Sacconi


E’ bastata un’intervista al Corriere della Sera per lanciare la “ Campagna d’Autunno del Governo” come l’ha lucidamente definita Loris Campetti sul Manifesto.
Autore della stessa, e non poteva essere altrimenti, il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi.
Un personaggio Sacconi, che si vanta di essere stato socialista, che probabilmente si ritiene uomo di sinistra , che forse ritiene di avere a cuore i bisogni e gli interessi della povera gente e dei lavoratori…ma che forse , più probabilmente , da piccolo dev’essere caduto dal sediolone……

Nella realtà, più concretamente, il modello sociale che propone ai colleghi di esecutivo, ai sindacati “complici” firmatari dell’accordo sulla contro-riforma dei contratti, demolisce non soltanto un modello di relazioni sindacali ma quel che resta della nostra storia sociale, politica e culturale.

Di che modello sociale si tratta?

Dalle sue parole emerge un sistema di relazioni incentrate sull’esaltazione della competitività e sulla liquidazione di ogni forma di solidarietà generale tra i lavoratori e tra le generazioni.
Si ribadisce, infatti, lo svuotamento dei contratti nazionali di categoria rinviando ogni forma di simulata contrattazione al secondo livello. Ovvero a quello aziendale e/o territoriale.

Secondo livello che, sotto i colpi della crisi, in un Paese come l’Italia segnato dalla frantumazione del sistema industriale in piccole e piccolissime aziende e con un mezzogiorno dove i contratti aziendali (spesso anche quelli nazionali per la verità) sono inesistenti, è, nei fatti, un lusso per pochi.

Con una mossa truffaldina, il sagace Sacconi, boccia il piano di Bossi per l’introduzione delle gabbie salariali, riproponendole surrettiziamente in forma ancora più odiosa e peggiore. I salari si differenzieranno attraverso il decentramento contrattuale e sara’ definito dalle parti sociali sulla base del costo della vita e della produttività.

Non siamo tutti uguali, sbotta Sacconi, per cui bisogna differenziare, cioè dividere.

A chi resta indietro, chi è meno competitivo, chi non ha accesso a sostegni e solidarietà, avrà la garanzia ( si fa per dire” di una sorta di “welfare caritatevole” basato sul concetto di “dono”.
No, non stiamo scherzando. All’universalità dei diretti , al welfare pubblico e universale, si sostituirà un sistema di assicurazioni private ( per chi ne avrà la possibilità) e su “donazioni caritatevoli” da parte di chi più ha.
Una strage dei diritti sostituiti dalle donazioni dei ricchi di buona volontà.
Le disuguaglianze non sono un effetto collaterale delle politiche economiche, ne sono un elemento costitutivo.

Un modello sociale che demolisce diritti, rappresentanza e valori costituenti.
Un tentativo di disegnare un Paese diverso da quello che abbiamo conosciuto fino ad adesso.
Ci riguarda tutti e chiede una risposta forte e all’altezza delle posta in gioco.
Senza “se” e senza “ma”.

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