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LE RADICI E LE ALI

..conservando la memoria delle lotte e delle resistenze contro le ingiustizie... alzandoci in volo per conquistare il cielo.....

mercoledì 27 agosto 2008

Natalie Cardone - Hasta siempre


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martedì 19 agosto 2008

Chissa' se in cielo passano gli Who.....

Forse è stupido e patetico scriverti da qui : non è abbastanza "correct" scrivere certe cose qui.
Tanti mi criticheranno o mi prenderanno in giro.
Non so se un Blog sia il posto migliore.
E non so se lassu' c' è Internet.
In questo Blog ci sono le cose, in scritto , in musica e in video, a cui tengo di piu' e ...non potevi mancare proprio tu.
Voglio dirtelo urlando : voglio dirti quanto mi manchi. Di gia'.
Sono passati pochissimi giorni da quella maledetta sera nella quale hai deciso di lasciarci. Una malattia incurabile ci ha privati del tuo sorriso, della tua bonta', del tanto che ancora, come sempre, avresti potuto regalarci con la tua sconfinata generosità.
Mi hai lasciato una certezza : almeno quella. Non morirai mai nel cuore e nella mente dei tuoi allievi. Hai seminato davvero bene. Mancherai anche a loro.
NOn so lassu' cosa farai, cosa stai facendo adesso e cosa stai pensando.
Hai lasciato qui, su questa terra, le tue ultime sofferenze : quel mostro che non ti faceva dormire e che purtroppo ha rarefatto sempre piu' i nostri interminabili discorsi, le nostre chiacchierate.
Spero che lassu' la musica sia buona e che ci sia spazio per la tua ironia e che qualcuno ti faccia ridere, almeno quanto riuscivo a farlo io. Hai finalmente per compagni di nottate Jimi Hendrix, Jim Morrison, Miles Davis, Toto', Sordi, Troisi...insomma...dai..non lamentarti....
E ogni tanto pensami......ti voglio un sacco di bene

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venerdì 15 agosto 2008

la lucha sigue


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Chi sono gli Zapatisti?

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Un Tributo agli zapatisti

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Manu Chao - Bongo Bong je ne t'aime plus _VideoClip


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NESSUNO E' CLANDESTINO


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ALLE SORELLE E AI FRATELLI ZAPATISTI DEL MONDO INTERO


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DEDICATO A las Madres de Plaza de Mayo


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I Cento Passi


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mercoledì 13 agosto 2008

OGNUNO DI NOI HA DAVANTI CENTO PASSI...


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martedì 12 agosto 2008


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Georgia: l'ombra di Israele e la politica del petrolio sul conflitto sud-osseto

Il sito internet Debka.com, specializzato in geopolitica, ha svelato alcune rivelazioni provenienti da fonti militari israeliane molto riservate: Tel Aviv nutre forti interessi negli oleodotti e gasdotti che attraversano la Georgia; Tbilisi è molto interessata alle armi, alle tecnologie e alle tecniche di combattimento israeliane.
La Georgia è un paese che spende moltissimo per la difesa nazionale. Lo scorso anno, il presidente filo-occidentale Michail Saakashvili, ha commissionato a una società di sicurezza israeliana l'addestramento delle proprie truppe, militari e di intelligence. Diverse centinaia di consiglieri israeliani sono sbarcate a Tbilisi per esportare il know-how delle avanzate tecniche e tecnologie in possesso della Stella di David. I circa 1000 istruttori sono stati impegnati nell'addestramento delle truppe impegnate in operazioni di terra, aria e mare. Tbilisi ha proceduto anche all'acquisto di ingenti quantità di armi e tecnologie belliche. Questi "preparatori" sarebbero dunque fortemente coinvolti nelle attività di preparazione all'invasione di Tshkinvali da parte dei soldati georgiani.
Trattative commerciali di un certo rilievo sono in corso d'opera tra Israele, Turchia, Georgia, Turkmenistan e Azerbaijan per far sì che le condutture che raggiungono il porto di Ceyhan in Turchia, possano da lì arrivare al terminal petrolifero di Ashkelon e al porto sul Mar Rosso di Eilat. Da qui le grandi petroliere trasporterebbero il prezioso carico in Estremo Oriente attraverso l'Oceano Indiano. Avvertita della suscettibilità russa sulla questione, Tel Aviv aveva offerto un accordo che Mosca ha però rifiutato.
Nelle settimane che hanno preceduto l'escalation della violenza, la Russia aveva più volte chiesto a Israele di non prestare assistenza militare alla Georgia, arrivando a minacciare una brusca crisi nelle relazioni bilaterali. Israele si è sempre limitata ad asserire che le sue prestazioni riguardavano la fase difensiva e non quella di attacco. La cosa non è andata giù al Cremlino che, stando all'opinione di alcuni analisti, non perdonerà a Israele il suo comportamento.

Autore:
peacereporter
link autore:
http://www.peacereporter.net

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domenica 3 agosto 2008

Bandito senza tempo


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Ritorno dall'inferno


Q1uella che vedete è una fotografia famosa : è stata scattata a Buchenwald il 15 Aprile '45 dai soldati americani ed è diventata l'immagine -simbolo dei lager nazisti.
Sino a qui l'immagine della storia.
Ma dietro le immagini della storia, dietro i nomi, le date, i fatti, ci sono le persone vere in carne ed ossa. Ci sono le persone con i loro affanni, le loro certezze, i loro pensieri, i loro sogni e purtroppo con le loro sofferenze e i loro dolori.
Sì, perche' la storia non è fatta dagli Eroi, dai cavalieri e dagli uomini illustri : il peso vero dei fatti è sempre sulle spalle della gente comune e della lotta di uomini e donne per condurre avanti la propria vita.
Di quella foto vogliamo ricordare chi c'è ancora, chi è riuscito a sopravvivere a quell'inferno programmato che sono stai i lager nazisti :

Elie Wiesel (premio Nobel per la pace nel 1986 )ha oggi 80 anni

Nicholas Gruener all'epoca della foto aveva 15 anni, oggi ne ha 78 e vive in Svezia

Max Hamburger allora 25 anni, oggi 88 vive in Belgio

Naftali Furst allora 12 anni oggi, a 75 anni, vive in israele.

Quella di Naftali è una storia bellissima, perche' dopo la liberazione dal campo di sterminio dove era rinchiuso, ritrovo' i suoi genitori e il fratello, anch' essi
deportati.

Vi voglio ricordare soltanto i loro nomi. Loro sono gli unici sopravvissuti. Gli altri no. Non vi dico chi sono tra i tanti ripresi nella foto.
Non importa, ascoltiamo la loro voce , la voce di tutti, vivi e no.

Il grido che dice : mai più tutto cio' e soprattutto..... non dimentichiamo

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sabato 2 agosto 2008

Carlos & Smith..i signori del vento


Olimpiadi di Città del Messico, 1968, con il loro pugno alzato sul podio Tommie Smith (oro) e John Carlos (bronzo) comunicavano al mondo la loro solidarietà con il movimento del black power, comunicavano che rinunciavano a tutto pur di difendere le loro idee, la loro dignità di esseri umani.
La loro carriera fini' in quel momento : nessuno perdono' mai quel gesto ribelle.
Ma per me sono sempre i "signori del vento", i piu' bravi, i piu' veloci, ma soprattutto un esempio di coerenza con i propri principi e le proprie idee.
Grazie, nessuno potrà mai cancellare la vostra vittoria contro il segregazionismo e il razzismo.

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Iqbal Masih : UN PICCOLO GRANDE EROE


Iqbal nacque nel 1982 e già a sette anni cominciò a lavorare in condizioni di schiavitù, dopo che il padre l’aveva venduto per ottenere un prestito di 12 dollari (la famiglia doveva pagare un debito contratto per il matrimonio della sorella).

Iqbal fu costretto a lavorare incatenato a un telaio per circa dodici ore al giorno, al salario di 1 rupia al giorno, l'equivalente di 3 centesimi di euro attuali. Cercò parecchie volte di sfuggire al direttore della fabbrica, che lo puniva gettandolo in una sorta di pozzo nero quasi senza aria, che Iqbal chiamava "la tomba".

Un giorno del 1992 uscì di nascosto dalla fabbrica-prigione e partecipò, insieme ad altri bambini, a una manifestazione del Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF in inglese). In quella manifestazione, che celebrava la «Giornata della Libertà», Spontaneamente Iqbal decise di raccontare la sua storia e la condizione di sofferenza degli altri bambini nella fabbrica di tappeti in cui lavorava.
Gli avvocati del sindacato contribuirono a liberarlo dal lavoro minorile e il segretario del BLLF, Eshan Ullah Khan (che un giorno aveva trovato il bambino rinchiuso nella cavità sotterranea e per questo aveva fatto arrestare il direttore della fabbrica), lo indirizzò allo studio e all'attività in difesa dei diritti dei bambini.

Dal 1993 Iqbal cominciò così a tenere una serie di conferenze internazionali sensibilizzando l’opinione pubblica mondiale sui diritti negati ai bambini nel suo paese e contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia. Nel dicembre del 1994 ottenne un premio di 15.000 dollari sponsorizzato dall’azienda calzaturiera Reebok, con i quali Iqbal avrebbe voluto finanziare una scuola nel suo paese.

In una conferenza a Stoccolma affermò che "Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite".

Ricevette una borsa di studio dall'Università Brandeis di Waltham, nel nord-est degli Stati Uniti, ma la rifiutò: aveva deciso di rimanere in Pakistan nella speranza di aiutare ancora i bambini del suo Paese e rendere utile la propria esperienza. Continuò quindi a sfidare le continue intimidazioni dei fabbricanti di tappeti, che vedevano in Iqbal una minaccia.

Nel gennaio del 1995, partecipò a Lahore ad una conferenza contro la schiavitù dei bambini. Grazie a lui, circa tremila piccoli schiavi poterono uscire dal loro inferno: sotto la pressione internazionale, il governo pakistano chiuse decine di fabbriche di tappeti.

A causa del duro lavoro e dell'insufficienza di cibo, Iqbal non era cresciuto correttamente: all'età di 10 anni aveva già il volto di un vecchio e le mani rovinate per il lavoro ininterrotto cominciato dall'infanzia; a dodici anni pesava e misurava come un bambino di sei.

Il 16 aprile del 1995, il giorno di Pasqua, Iqbal Masih venne assassinato mentre giocava in bicicletta davanti a casa sua, nella zona di Chapa Kana, vicino a Lahore. Aveva 13 anni. Il processo che vide imputati gli esecutori materiali dell'omicidio non chiarì del tutto i dettagli della vicenda, sebbene apparì certo che il suo assassinio fosse opera di sicari della locale "mafia dei tappeti".
La polizia pakistana, molto probabilmente collusa con tale mafia, aveva scritto nella sua relazione: «l'assassinio deriva da una discussione tra un contadino ed Iqbal».

La sua morte ebbe una forte eco in tutto il mondo. In Italia nel 1998 la regista Cinzia Torrini realizzò il film Iqbal, girandolo in Marocco e Sri Lanka.

Nel 2002 Francesco D’Adamo si ispirò alla vicenda del piccolo pakistano per scrivere il romanzo Storia di Iqbal.

Numerose sono le scuole intitolate a suo nome in Italia e nel mondo: il 12 novembre 2007 gli è stato intitolato il Parco Giardino di via Gaffaree a Santo Stino di Livenza. All'entrata del parco è stato collocato un totem dove campeggia l'immagine di Iqbal e la lettera scritta ai suoi genitori, diventata il suo testamento spirituale.

Per me Iqbal resta e resterà sempre un eroe, un esempio. Simbolo incrollabile della lotta per la dignità e la libertà.
Il suo sacrificio parla a ognuno di noi : lottare si puo', lottare si deve.

« Non ho paura del mio padrone. Ora è lui ad aver paura di me »
(Iqbal Masih)
« Chi uccide un bambino spegne il sorriso di una fata. »
(Iqbal Masih)

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Le radici e le ali.....


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Le immagini, le parole...

Ho scelto di pubblicare tre video, o meglio un video e due raccolte di foto. So già cosa pensaranno molti vedendole. So benissimo l'accusa di iconografia, di demagogia spicciola o cos'altro.
Ritengo che queste immagini esprimino con forza un concetto : dignità.
E' una parola che troppo spesso dimentichiamo in qualche anfratto della nostra mente, nei libri di scuola è assente,lontana dai media, fuori da ogni dibattito tra esperti e "tuttologi".
I dibattiti televisivi abbondano di frasi fatte, cervelli portati all'ammasso e banalità da operetta di infima qualità. Ma lei è la grande assente.
La dignità non frequenta i salotti buoni, non mostra le tette o il culo in tv, e non si fa piegare da nani e ballerine.
La dignita, la Signora Dignità è orgogliosa e altezzosa.
Per questo frequenta gli ultimi della terra, i diseredati , i senza-voce, i senza-volto.
A volte si adira per qualche ingiustizia ed è il momento delle brutte frequentazioni : frequenta i ribelli. Diventa preda dei sognatori e dei poeti.
Ed allora diventa rivolta, insorgenza, disobbedienza.
E' una brava Signora ma non provate mai a calpestarla.

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venerdì 1 agosto 2008

immagini zapatiste


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INNO ZAPATISTA


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